LA STORIA - AMICI SANT'AGOSTINO

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“Questa chiesa è parrocchiale, havendo sotto la sua cura novantatre famiglie, e trecentosettantatre anime fra grandi e piccole.”
È chiesa antichissima» essendo stata «edificata circa l'anno 1094 da S. Bonfilio Vescovo di Foligno» e «nel 1120 fu concessa ( ... ) da Andrea Vescovo di Foal Beato Alberto Abbate di Sassovivo, e sua Congregatione», che vi edificò accanto un monastee «v'introdusse molti suoi monaci, con un Priore». Così Ludovico Iacobilli, storico folignate del Seicenin un manoscritto conservato nella Biblioteca Iadi Foligno e nella Cronica della chiesa e monastero di S. Croce di Sassovivo (Foligno 1653). Una prima esplicita menzione della chiesa si ha, però, soltanto nel 1138, quando con breve di Innocenzo II ne fu confermato il possesso al predetto cenobio. Nel 1189, con breve di Clemente III, la chiesa fu nuovamente confermata all'abbazia di Sassovivo, con l'annessa parrocchia ed i diritti di sepoltura, già posseduti da circa quarant'anni. Nel 1281, a seguidi permuta, chiesa e convento tornarono in posdel vescovo di Foligno, che nel 1348 - come ricorda lo storico olivetano Placido Lugano - li affiò formalmente ai monaci Benedettini della Condi S. Maria di Monte Oliveto, già introalcuni anni prima. Entrambi gli edifici, ridotin condizione di fatiscenza, furono ricostruiti dai monaci Olivetani, che sostennero le ingenti spese grazie ad una donazione di case e terreni fatta loro dal vescovo. Di questa ristrutturazione trecentesca, restano testimonianze nel portale laterale della chiesa, nelle due bifore del chiostro - del quale le Carte di Sassovivo documentano l'esistenza già nel 1206 - e nella volta a crociera della sagrestia. Il patrimonio immobiliare si accrebbe nel 1425, con la concessione del monastero di S. Giovanni di Unin territorio di Bevagna, già appartenente ai monaci Benedettini dell'abbazia di Subiaco. Rinundagli Olivetani nel 1434, il complesso convendi S. Nicolò fu contestualmente riaffidato ai frati Eremitani di S. Agostino della Congregazione di S. Maria del Popolo, detta successivamente Perugina, che ne ottennero la formale concessione nel 1435. Sotto la cura dell'Osservanza agostiniana, secondo lo storico Mario Sensi, la chiesa si arricchì di cappelle ed affreschi parietali, oggi purtroppo non più visibili, fatta eccezione per la Crocifissione che adorna la sagrestia. Specialmente sul calare del secolo XV e nei primi decenni del successivo, numerosi furono i lasciti ed i legati dei fedeli: il bancone intarsiato e gli armadi dipinti della sagrestia, così come le stupende tavole dell'Alunno, sono segno tangibile dell'attenzione che i devoti benefattori dedicarono alla chiesa. Nel medesimo periodo andò gradatamente accrescendosi la dotazione immobiliare del convento: secondo il Catasto compilato nel 1587 dal perito comunale Antonio Ugolini, gli appezzamenti di terreno posseduti nel solo territorio di Foligno raggiungevano la superficie complessiva di stara 1041 (ha. 56,58). Meno di un secolo dopo, stando alla relazione (1650) redatta all’epoca della della soppressione dei piccoli conventi disposta da InnoX, l'intera consistenza fondiaria assommava a stara 1354 (ha. 73,60), con una rendita, limitata ai soli prodotti principali, di some 32 di grano (q. 76,80), libbre 1115 di canapa (q. 3,78), some 135 di vino (hl. 175,77) e mezzenghe 25 di olio (hl. 4,07). La famiglia del convento era composta in quel periodo da 19 persone, cioè 9 sacerdoti,. 3 chierici, 3 laici professi e 4 serventi, che vivevano con il profitto di scudi 678 annui. Alla fine del Seicento, fu dato avvio a notevoli opere di ristrutturazione, che iniziarono con la risistemazione del convento e del chiostro e si conclusero con il totale ammodernamento dell'interno della chiesa. I lavori nel chiostro interessarono principalmente le logge e comportarono l'innalzamento di uno dei lati, che era più basso degli altri; quelli nel convento si tradussero in una nuova definizione degli ambienti, resasi necessaria anche a seguito dell'istituzione dello Studio per i chierici professi. Le opere di ammodernamento, che avrebbero attribuito alla chiesa l'aspetto che tuttora conserva, furono eseguite intorno alla metà del Settecento. I lavori, protrattisi per circa sei anni, costarono ai frati la cospicua somma di 2050 scudi ed implicarono anche una vertenza con i costruttori, risoltasi con l'arbitrato del celebre architetto Luigi Vanvitelli. Nel 1770, con decreto del Generale dell'Ordine Agostiniano, fu soppressa la Congregazione Perugina, ed il convento di S. Nicolò fu unito alla Provincia dell'Umbria del medesimo Ordine. Nel periodo dell'invasione francese della Penisola, il convento fu soppresso una prima volta nel giugno del 1798 e trasformato in magazzino militare. Riaperto nel dicembre del 1799, fu nuovamente soppresso nel giugno del 1810 e destinato a Collegio comunale. Nel dicembre del 1814 tornò in possesso degli Agostiniani, che lo tennero fino alla definitiva soppressione del 1860. Con Decreto Commissariale del medesimo anno, il convento fu assegnato al Comune di Foligno perché lo destinasse a Ricovero di mendicità; ma, dopo essere stato rilasciato dagli Agostiniani il 5 dicembre 1861, l'edififu adibito di fatto a scuole pubbliche. Vi fu aperdapprima (1862) l'asilo di infanzia, e quindi, nel 1875, la Scuola di Arti e Mestieri, che venne suctrasformata in Scuola Industriale e di Avviamento Professionale. Dal 1962, l'ex convento è sede della Scuola media "Giuseppe Piermarini". La chiesa è tuttora officiata dai padri Agostiniani.





CHIESA
DI
S. NICOLO'



"un
luogo
amico"

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